No pain no Gain! Si, d’accordo, il lavoro duro paga. Ma è sempre vero? No! Una delle chiavei della prestazione è il riposo, il recupero.

Una corretta e specifica programmazione dell’allenamento sportivo sia amatoriale che professionistico, deve poggiare in maniera irrinunciabile su una pianificazione del lavoro in cui carico e recupero devono essere considerati come una cosa sola, in quanto l’aumento della “capacità di prestazione sportiva” avviene proprio nella fase di recupero.

Il principio della relazione ottimale tra carico e recupero, basato su evidenze e principi di fisiologia umana, afferma che il miglioramento della condizione atletica si svolge principalmente attraverso due fasi: una fase di carico che è rappresentata da tutti gli esercizi (generali, speciali o di gara) a cui il soggetto è sottoposto durante l’allenamento e da una fase di recupero che include la supercompensazione. In estrema sintesi possiamo dire che la supercompensazione è un vero e proprio recupero in eccedenza dove, riposando con tempi e modalità adeguate (recuperare non vuol dire rimanere sul divano, ma significa allenarsi meno e/o con intensità più basse), se spendo 5 guadagno come minimo 6.

Per prevenire decadimenti della performance nel momento della gara o dell’evento per il quale si è tanto lavorato e, soprattutto, per prevenire l’insorgere del dannoso overtraining, risulta fondamentale programmare nel dettaglio tutti gli aspetti dell’allenamento: frequenza, carico, intensità e strutturazione dettagliata dei tempi e modalità del recupero.